Questo pomeriggio mi sono fatta forza ed ho resistito alla tentazione di restare chiusa in casa al caldo ed ho afffrontato la pioggia. Il primo atto che ho portato a compimento chiuso il cancello alle mie spalle è stato rompere l'ombrello, che si è scucito portando pericolosamente a nudo un ferro non appena l'ho aperto. Questo difetto si aggiunge ai due ferri piegati che ho scoperto ieri con stupore, visto che l'ombrello è relativamente nuovo. Non posso che rassegnarmi all'idea di acquistarne un altro appena possibile, sperando che questo resista ancora un poco.

Il colloquio di ieri pomeriggio è andato bene, ma la mia intervistatrice mi ha dato realisticamente poche speranze per questo mese perchè la selezione per cui mi sono presentata si è appena chiusa, quindi mi terrà in considerazione per la prossima, già aperta. Putroppo, colpa delle festività, è possibile mi si chiami a partire dal 7 gennaio e che il processo prenda tempo perchè la società di assicurazioni committente se la prende comoda quando sceglie i nuovi collaboratori, quindi il mio firmare oggi il rinnovo dove già stavo è stato purtroppo un atto più che sensato e saggio.
Ho un rapporto altalenante con il mio lavoro. Mi piace. Ma odio non poter aiutare efficacemente le persone che si rivolgono a me (o che capitano con me), costretta a temporeggiare e fornire mezze spiegazioni perchè non mi è possibile operare soluzioni concrete. Spesso il mio lavoro si conclude, nella pratica, nel reportizzare e rimandare incombenze agli altri uffici e ciò mi fa sentire impotente, specie se riconosco al telefono un utente con il quale ho già parlato la settimana prima e per cui il problema riscontrato non si è ancora risolto. Troppa empatia? Forse, ma è anche stupidità, sicuramente.
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