domenica 21 dicembre 2008

Virus

Passerà. Ma mi ha costretta a modificare i piani per il fine settimana: non mi fermo a dormire a casa della mia metà, che parte nel pomeriggio, ed ha reso meno intensa quest'ultima giornata passata insieme. Sono riuscita però a stargli vicina (a Lui, non al virus) in questo momento funestato da un lutto in famiglia e ho preparato dei fantastici biscotti di pasta frolla, quindi mi ha perdonato :) Il semplice bigliettino d'auguri che accompagna i biscotti destinati ad essere regalati è stato disegnato da me personalmente, fatto che non mi ha semplicemente permesso di risparmiare in termini monetari, ma mi ha reso felice di avere composto tutto con le mie manine, eccettuato il sacchettino che contiene i dolcetti, che purtroppo non ho potuto confezionare appositamente per l'occasione, ma ho dovuto acquistare a parte.

venerdì 12 dicembre 2008

Considerazioni di metà percorso

Questo pomeriggio mi sono fatta forza ed ho resistito alla tentazione di restare chiusa in casa al caldo ed ho afffrontato la pioggia. Il primo atto che ho portato a compimento chiuso il cancello alle mie spalle è stato rompere l'ombrello, che si è scucito portando pericolosamente a nudo un ferro non appena l'ho aperto. Questo difetto si aggiunge ai due ferri piegati che ho scoperto ieri con stupore, visto che l'ombrello è relativamente nuovo. Non posso che rassegnarmi all'idea di acquistarne un altro appena possibile, sperando che questo resista ancora un poco.
Sono andata in agenzia ed ho firmato il contratto che mi lega al mio posticino di operatore del servizio clienti per altri due mesi, fino a metà febbraio circa. Ero sorridente e radiosa, come spesso mi accade quando vado a disbrigare queste faccenducole lavorative, così che l'unica perplessità che ho palesato alla ragazza che di solito si occupa di me è stata il mio rammarico per i turni scomodi che mi potrebbero capitare nel periodo natalizio. Ieri sera, invece, mi sono lasciata andare a un pianticello ristoratore mentre spiegavo a mia mamma che non ce la facevo più a mantenere il mio posto, colpa della mattinata pesante alle cuffie. Negli ultimi giorni, infatti, passavo da un estremo all'altro a seconda di come andava il mio turno, mutando idea tra un "suvvia, devo solo resistere un altro pochino, che sarà mai" e un "no, non ce la posso fare, non vedo l'ora che questa tortura finisca". Mia mamma ha detto che se dovevo star male, meglio terminare la mia avventura telefonica questa settimana perchè in casa non ci sarebbero stati problemi. Alla fine ho concluso che tanto, vacanze alle porte, ci sarebbero state poche possibilità di sostenere colloqui, per cui tanto valeva lavorare e riprendere la ricerca di un nuovo impiego con l'anno nuovo, a uffici tornati a pieno regime. E così ho fatto, alla fine: ho preso coraggio perchè avevo la sicurezza di avere un appoggio nel caso mi fossi stufata definitivamente e avessi poi deciso di mollare tutto. Il mio primo obiettivo è resistere due settimane, così da avere per dicembre uno stipendio intero. Oggi è andata bene, spero sia così anche nei giorni a venire: mi aspetta una settimana di lavoro dalle 16 alle 20 e spero di non sentirmi stanca non appena messa la cuffia.

Il colloquio di ieri pomeriggio è andato bene, ma la mia intervistatrice mi ha dato realisticamente poche speranze per questo mese perchè la selezione per cui mi sono presentata si è appena chiusa, quindi mi terrà in considerazione per la prossima, già aperta. Putroppo, colpa delle festività, è possibile mi si chiami a partire dal 7 gennaio e che il processo prenda tempo perchè la società di assicurazioni committente se la prende comoda quando sceglie i nuovi collaboratori, quindi il mio firmare oggi il rinnovo dove già stavo è stato purtroppo un atto più che sensato e saggio.

Ho un rapporto altalenante con il mio lavoro. Mi piace. Ma odio non poter aiutare efficacemente le persone che si rivolgono a me (o che capitano con me), costretta a temporeggiare e fornire mezze spiegazioni perchè non mi è possibile operare soluzioni concrete. Spesso il mio lavoro si conclude, nella pratica, nel reportizzare e rimandare incombenze agli altri uffici e ciò mi fa sentire impotente, specie se riconosco al telefono un utente con il quale ho già parlato la settimana prima e per cui il problema riscontrato non si è ancora risolto. Troppa empatia? Forse, ma è anche stupidità, sicuramente.

martedì 9 dicembre 2008

Prospettive lavorative

Tre mesi fa, a seguito di un corso di formazione di addetto call center frequentato un po' per caso (le agenzie interinali di zona propongono sempre questo impiego per via di una grande azienda di servizi sita non lontano), ho firmato un contratto di due mesi e mezzo con l'agenzia ed ho iniziato una nuova avventura.

Il tempo è passato velocemente e il part time di sole quattro ore (l'unica opzione che mi garantiva di non dovere dare disponibilità per la notte) mi ha fatto pesare meno un impiego che ho trovato molto stancante. Mi occupo di customer care per un'azienda di internet/telefonia e i clienti non chiamano per dirmi quanto la ditta è brava e gentile, bensì, ovviamente, per lamentarsi di disservizi, fatture e magagne varie. Mi interfaccio con gente più o meno irata (mi sono capitate persone abbastanza calme, tutto sommato) e devo districarmi alla meglio nel fornire soluzioni a problematiche tecniche di primo livello e risposte per quanto riguarda lo stato di interventi richiesti a riguardo di un servizio per la prima volta fornito dall'azienda e che è partito colmo di disservizi nonostante il periodo di testing prima del grande lancio pubblicitario.

Lavorare solo mezza giornata mi ha permesso di riuscire a vedere qualche volta il mio ammore nel corso della settimana, ma i turni non mi sono stati sempre favorevoli. Iniziare alle 8 mi obbligava ad alzarmi alle 6.30 per non subire eventuali ritardi con i mezzi, visto che mi sposto con il bus, i turni pomeridiani invece mi permettevano di dormire al mattino, ma mi è capitato di lavorare dalle 16 alle 20 e quindi arrivare a casa per le 21 e cenare.

Proprio questa sera l'agenzia mi ha contattata per informarmi che avrò una proroga del contratto per un altro paio di mesi. Mi è venuta una depressione... Il giorno 8, nonostante fosse vacanza, ho lavorato e temo di trovarmi in postazione a Santo Stefano, o alle 8 del mattino il primo dell'anno. Sono proprio triste, solo oggi mi sono resa conto di essermi praticamente persa il weekend di Sant'Ambrogio, che non ho potuto trascorrere nella tranquillità come negli anni precedenti.

Non mi va proprio di continuare a lavorare in questo posto dove non c'è una turnistica fissa ma si scopre il proprio destino di settimana in settimana. Non voglio lavorare di nuovo il sabato e la domenica dalle 12 alle 16 e scoprire che c'è tanto lavoro quanto gli altri giorni perchè la gente chiama sempre e non riposa mai. Detesto dover rifilare alla gente aria fritta perchè i problemi sono stati segnalati ma nessuno sa quando e come saranno risolti. Odio non poter aiutare concretamente chi chiama.

Mi lamento, ma c'è gente che un impiego non ce l'ha.

Mi lamento e spero che il colloquio che avrò giovedì sia positivo. E' un incontro con un'agenzia per un posto di addetto telefonico per le pratiche di sinistri, lavoro dal lunedì al venerdì, chiamate in ricezione per la prima fase di raccolta dati di cui si occuperà un altro ufficio. Però a seguito di questo ci sarà il colloquio con l'addetto alla selezione della banca e poi quello con il responsabile dell'ufficio. Potrei non avere grandi speranze. Ma questo lavoro non lo sopporto proprio più.

venerdì 5 dicembre 2008

Libri e piattini

Oggi ho dedicato il pomeriggio ad un lungo giro in Centro ed ho finito per girare essenzialmente per librerie, come è mia abitudine. Per questo Natale ho rinunciato a farmi regalare dei libri in quanto, inevitabilmente, li leggo e poi li colloco sulla mensola, dimenticandoli benchè mi siano piaciuti. Vista poi la rivoluzione operata questa settimana, finirebbero in una scatola nell'armadio per poi essere, forse, destinati alla biblioteca o peggio, senza contare che da molti mesi ho deciso che, per via della crisi, non comprerò carta, ma la prenderò a prestito per limitare i costi e gli spazi. Non ho potuto però evitare di lasciarmi tentare dai libri per lo studio delle lingue, benchè ne abbia due che non ho terminato di studiare. La questione è che uno non mi piace proprio, mentre l'altro è un po' carente sulla grammatica in quanto i riquadri con le regole hanno molti spazi vuoti da compilare in una sorta di progetto faidate per uno studio più attivo, certo ottimo per le esperienze di gruppo, ma decisamente meno per lo studio autonomo. Forse per uno di questi che già possiedo mi procurerò il libro "del professore" che contiene le chiavi degli esercizi, anche se resta il problema dei cd con le registrazioni dei brani di alcuni esercizi, che si comprano sempre a parte e costano quanto i volumi.


Un'idea che mi è venuta a proposito del regalo che mi farò per Natale è quella di acquistare dei piattini da dolce/frutta e delle ciotoline da riso/minestra da usare per me sola. Il pensiero di fondo è che in stoviglie mignon le porzioni sembreranno più grandi per cui la dieta non ufficiale che sto seguendo potrebbe subire un'ulteriore svolta positiva, inoltre dei pezzi belli, colorati, avranno sicuramente un buon effetto sul mio umore. Se non trovo un'alternativa, questo è sicuramente un progetto da portare fino in fondo.

Sono invece ancora incerta a riguardo dei volumi di gioco di ruolo da richiedere dalla Spagna per via dei costi di spedizione, che corrispondono a quelli di un testo in più. Questo contraddice il proposito che ho sbandierato in precedenza circa il non acquisto, ma a mia discolpa posso dire che si tratta di testi in lingua qui non reperibili. Mi riservo qualche altro giorno per rifletterci.

C'è bisogno di ordine


Da qualche giorno mi è passata per la mente un'idea confusa, di realizzazione incerta e lontana nel tempo: mi è balzato in petto l'indefinito desiderio di studiare e impegnarmi così da sostenere e superare un esame DELE (il diploma di spagnolo come lingua stranira). La mia preparazione dovrebbe essere genericamente "buona", ma in realtà resto carente in grammatica e produzione orale, benchè legga senza problemi testi non tecnici. Inoltre, poichè non pratico la lingua da circa un anno o più, avevo intenzione di iniziare proprio del livello inicial, però ho ricevuto incoraggiamento e probabilmente mi cimenterò con il mio livello effettivo, l'intermedio. Ho fatto un piccolo test ed il risultato è stato più che soddisfacente, ma davvero non mi sento pronta per l'avanzado, mi incute un timore che non riesco a farmi passare, anche se, forse, basterebbe credere maggiormente nelle mie capacità ed impegnarmi a colmare le lacune.

Ho pertanto fatto pulizia, sia realmente, per quanto riguarda la mia stanza, sia mentalmente. In particolare (o dovrei dire unicamente) ho comprato tre scatole di cartone montabili e ne ho destinate due a contenere i libri che avevo sulla mensola, così da liberarla. Ho poi svuotato lo sportello, che in pratica non uso mai, e vi ho allocato le scatole nei due piani, così da dargli ufficialmente funzione di deposito. Il passo successivo è stato quello di svuotare il ripiano inferiore di un armadio, nel quale avevo lasciato altri scatoloni contenenti libri e testi fotocopiati della mia carriera universitaria. Non ho avuto pietà: tutto quello che avevo risparmiato nelle pulizie precedenti, questa volta l'ho destinato al macero. Ho subito destinato alla raccolta differenziata dei testi delle superiori, mentre invece uno scatolone di fotocopie è ancora in attesa solo perchè, avendo terminato quando orami il sole era scomparso, il freddo intenso ha smorzato la mia voglia di mettere ordine nella mia vita. Altri libri, invece, li ho subito portati, faticosamente, in biblioteca e lasciati nel cestone dei "doni" nella speranza che qualcuno li adotti o che la biblioteca li recuperi. Il lavoro non è ancora del tutto finito, ma ho riallestito la mensola: ora si susseguono in bell'ordine enormi dizionari monolingue, alcuni manuali di gioco di ruolo, materiale vario che forse sarà riselezionato alla prossima stagione delle pulizie, i testi di spagnolo, alcune riviste di cucina e dei libretti, ancora di cucina. Ecco il risultato ottenuto:

Probabilmente non è il massimo dell'ordine, ma mi è stato di immenso aiuto per ritrovare parte della mia identità che per rabbia o capriccio avevo cercato di dimenticare e una sorta di pace interiore. Non so ancora se mi cimenterò davvero con il DELE (l'esame è a maggio), ma sento che ripassare quanto in parte dimenticato può solo essermi utile, soprattutto come soddisfazione personale.

martedì 2 dicembre 2008

Natale alle porte

Finalmente è arrivato dicembre, con le sue promesse di gioia e serenità. Agogno con trasporto questa festività, che mi colma il cuore di gratitudine e lo spirito di buon umore.